La logistica al centro della supply chain

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Il ruolo della logistica, nelle aziende di produzione di beni di consumo, nel tempo, ha assunto un ruolo sempre più centrale, passando dalla distribuzione di prodotti finiti alla organizzazione dell’intero processo della filiera distributiva, quindi della supply chain.

Se schematizziamo il processo vedremo che ogni anello della catena è interconnesso ed ognuno, al suo interno, ha il ruolo di fornitore e cliente:

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Quindi tutti devono concorrere alla stessa missione:

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Tradotto, significa “semplicemente” essere affidabili tenendo nel giusto equilibrio costi e servizio.

Quindi, quali KPI analizzare per verificare il nostro livello di affidabilità?

Analizziamo le voci in rosso:

Quantità:

significa evadere completamente l’ordine del cliente senza tagli e stralci delle sue righe. La maggior parte dei retail oramai non tengono più scorte a magazzino e confidano che ciò che hanno ordinato raggiunga gli scaffali dei Punti Vendita. Un taglio all’ordine significa perdita di vendite e fatturato sia per il produttore che per il retail. Il KPI da misurare riguarda i colli/pezzi inevasi sul totale dell’ordinato. Un indice minimo richiesto di affidabilità è il 98,5%.

Qualità:

non significa qualità intrinseca al prodotto, di questo se ne occupa l’ufficio qualità, ma, ad esempio nell’alimentare, rispetto della shelf life minima garantita alla consegna e della cold chain, se refrigerato. Molto importante è la qualità dell’etichettatura dei colli con tutte le informazioni sia di legge che specifiche del cliente.

Giuste informazioni:

tracciati EDI (Eletronic Data Interchange), etichette pallet SSCC (Serial Shipping Container Code) e flussi DESADV (Despatch Advise), documenti accompagnatori (DDT. Fatture accompagnatorie, CMR, Packing List, ecc.). Tutte queste informazioni devono essere corrette e gestibili dai nostri clienti perché andranno ad influenzare il livello di servizio della loro supply chain.

Tempi richiesti:

intesa come puntualità nel servizio di consegna. Oramai è prassi per molti retail ordinare con consegne tassative sia nel giorno che nell’orario di scarico.
Una delle difficoltà maggiori è la compressione delle lead time (tempo tra ordine e consegna) che, sempre più di frequente, ha richieste in AXB e AXA. Sicuramente l’espansione dell’ E-Commerce ha esasperato la velocità di consegna in tutti i settori merceologici. Misurare la puntualità dei nostri fornitori logistici ci aiuterà ad operare le giuste scelte, sia nella gestione dell’area geografica sia per canale di vendita del nostro cliente. Richiedere i risultati dei KPI di servizio ai nostri operatori logistici è una buona prassi.

Minor costo e miglior servizio percepito:

ricerca dell’equilibrio tra costi e servizio è uno dei compiti più delicati per un supply chain manager.
I costi logistici influenzano in modo importante il prezzo di cessione dei prodotti verso i clienti e, se non sotto controllo, rischiano di mandarci fuori mercato. Nello stesso tempo non soddisfare le esigenze di servizio dei clienti ci rende poco appetibili. Quindi diventa importante la collaborazione tra supply chain manager per capire le reali esigenze e trovare le soluzioni che ad entrambi, produttore e retail, aiutano a produrre saving lungo la filiera.

Una volta chiarito all’interno della nostra azienda la missione della logistica e della supply chain, non ci resta che procedere all’analisi delle nostre performance per intervenire nei punti di debolezza e raggiungere gli obiettivi sopra descritti.

I passaggi consigliati per una analisi profonda e oggettiva sono:

  1. Fotografia della supply chain aziendale (dove mi trovo e come)
  2. Gap’s Analisys (rispetto a dove vorrei e come vorrei essere quanto sono distante)
  3. SWOT Analisys ( quali sono i miei punti di forza e di debolezza interni e le opportunità e rischi esterni).


Fonte: © logisticaefficiente.it